by Redazione | 18 September 2016 | Blog, Eventi, Opportunità
Sono passati ormai alcuni anni da quando, nel lontano 2001, un think-tank di giovani manager e programmatori orientati alle nuove tecnologie nel mondo del business decise di presentare un proprio documento per promuovere innovative metodologie di lavoro: The Agile Manifesto. Da allora l’interesse per le metodologie Agile è cresciuto esponenzialmente, così come le sue svariate applicazioni nei modelli di business. Coloro che da subito si sono interessati a questo argomento (risale a più di un decennio fa la firma del manifesto da parte di Walter Macorig di MAS) ne hanno immediatamente capite le potenzialità.
Dimostrano l’attualità di questa tematica le numerose conferenze ad essa dedicate, tra cui il recente incontro “Agile Business Day” svoltosi il 17 settembre 2016 a Venezia presso il Campus San Giobbe, un’iniziativa ideata da un gruppo di appassionati professionisti (Michele Budri, Fabio Delaiti, Andrea Provaglio, Giovanni Vaia) in collaborazione con Italian Agile Movement e con i partner organizzativi Digital Enterprise Lab, Università Ca’ Foscari – Dipartimento di Management e UX Book Club.
Si è trattato di una giornata ad ingresso libero (i posti sono andati presto esauriti), con più di 20 incontri tra conferenze, workshop ed esercitazioni pratiche di gruppo, dedicata ai temi del management nel mondo Lean/Agile e rivolta ai manager delle grandi aziende e delle pubbliche amministrazioni. Il tutto volto ad esplorare i benefici dell’adozione di metodologie Agile ed a presentare le sfide imprenditoriali che ciò può comportare, con un particolare occhio di riguardo per il tema dell’organizzazione innovativa (ossìa “come gestire al meglio le risorse disponibili per aumentare il tasso di innovazione, assicurando qualità e perseguendo la sostenibilità economica”).
In uno scenario caratterizzato da sempre maggiore virtualità e dalla possibilità di allargare rapidamente i confini del proprio business, anche l’organizzazione aziendale, di pari passo, necessita di filosofie innovative che permettano di rispondere in tempo reale alle nuove esigenze di mercato. Un obiettivo siffatto può richiedere radicali processi di trasformazione sul piano non solo organizzativo e operativo, ma anche, ad un livello più alto, strategico e culturale.
“Agile Business Day” è stata dunque una ulteriore occasione, da un lato, per approfondire queste tematiche, e dall’altro lato un’interessante opera di
divulgazione sulla necessità di mantenersi costantemente in aggiornamento; suggerimento rivolto in questa occasione non solo ai
marchi profit, ma anche alle organizzazioni no-profit e alla pubblica amministrazione.
A dimostrazione che queste esigenze di cambiamento del management tradizionale si sono ormai proiettate in uno scenario globale, e che i promotori e firmatari del The Agile Manifesto più di quindici anni fa ci avevano visto giusto, anticipando i tempi.
by Redazione | 8 September 2016 | Blog, Eventi
La terza edizione di “Origin Passion and Beliefs” (il cui sottotitolo dice: “fashion meets the experts in italian manufacturing”) si è svolta quest’anno a Milano dal 6 all’8 di settembre, all’interno del quartiere fieristico Rho-Pero, in concomitanza ed in sinergia con il prestigioso Salone internazionale del tessile Milano Unica. Organizzato dalla società promotrice Fiera di Vicenza allo scopo di realizzare la prima piattaforma di offerta integrata della filiera produttiva dell’accessorio fashion in Italia, l’evento ha puntato molto anche sull’internazionalizzazione, dedicando agli espositori massima visibilità in tal senso, ed attirando visitatori ed aziende da tutto il mondo (pare siano state oltre 6000, tra cui molte provenienti da mercati interessanti quali Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Giappone, Russia e Corea).
MAS non ha certo fatto mancare la sua presenza alla fiera, con la partecipazione di Walter Macorig e Riccardo Mazzoleni. Anche qui, in una doppia ottica: da un lato, osservare la riuscita dell’incontro tra il “saper fare” manifatturiero italiano, le abilità e competenze artigianali, e la creatività dei nuovi talenti del design internazionale (selezionati anche quest’anno grazie alla collaborazione con la piattaforma inglese di scouting Not Just A Label), oltre che ovviamente delle sinergie tra tecniche tradizionali di lavorazione e nuove tecnologie (le innovazioni in tal senso sono chiaramente in continuo progresso anno dopo anno). Dall’altro lato, sfruttare le opportunità in tema di internazionalizzazione dei brand ed individuare le novità di mezzi e strategie per tale scopo, visto soprattutto il taglio decisamente global-oriented di questa edizione, nonché la tendenza sempre più spiccata ad affinare le tecniche del marketing, in particolare nei nuovi media.
E’ ad esempio proprio relativamente al processo di internazionalizzazione che Riccardo Mazzoleni, esperto nello sviluppo del commerciale estero nei settori fashion e sportsystem e nella promozione del brand oltre confine, collabora con PMP Hangers, una crescente realtà imprenditoriale nella produzione di appendini per abbigliamento. La mission di PMP è dichiaratamente quella di “diventare il punto di riferimento per le aziende operanti nel settore della moda per la fornitura di appendini ed accessori complementari, in contesto nazionale ed internazionale”. “Origin Passion and Beliefs” è stata dunque anche occasione per un gradito incontro con Mattia Lorenzon, che di PMP è direttore commerciale.
Essendo poi volto all’integrazione della filiera produttiva, l’evento ha coinvolto numerosi supersupplier, piccole e medie imprese operanti per i grossi marchi, le quali costituiscono la spina dorsale del sistema moda e dell’accessorio. Giusto per una breve classificazione, quattro aree hanno identificato le tipologie dei laboratori manifatturieri presenti: Leather, dedicato all’abbigliamento in pelle, calzature, borse e accessori; Stone, che raccoglie i bijoux per la moda, gioielleria, oreficeria e accessori; Textile, composto da abbigliamento uomo e donna, maglieria, tessuti, ricami e accessori; infine Technology, riservato alle nuove tecnologie, nuovi materiali, nuove tecniche di lavorazione e brevetti. Tali realtà sono spesso eccellenze dell’artigianato manifatturiero, e possiedono competenze uniche nel panorama mondiale. Quanto più il mercato attribuisce valore alla qualità ed alla unicità del prodotto, tanto più queste competenze diventano preziose (e non di rado possono dar vita al fenomeno del reshoring: lavorazioni che tornano ad essere effettuate in patria dopo anni di delocalizzazione). Non v’è dubbio che uno degli obiettivi sia quello di far conoscere ed apprezzare prodotti e metodi di produzione nostrani di alta qualità presso mercati appetibili ed interessati: “Origin Passion and Beliefs” è una mossa in questa direzione.
Il manager o il consulente che condividono questi obiettivi devono giocoforza mantenersi al passo con dinamiche di mercato, di innovazione di processo e prodotto, di pubblicità e di rapporti commerciali in rapido mutamento nello scenario globale. MAS, per il tramite in primis di Walter Macorig e di Riccardo Mazzoleni, ha riscontrato in questo evento un’opportunità in tal senso, fatta di novità, di aggiornamenti e di proficui contatti.
by Redazione | 1 September 2016 | Articoli, Blog, Opportunità
Mano a mano che l’eredità storica di antiche ed importanti aziende del settore della Moda acquisisce importanza, sia nel campo del marketing che in quello creativo proprio degli stilisti, e contemporaneamente all’aumento d’interesse per il vintage, diventa essenziale per ogni brand rinomato la creazione, il mantenimento e la valorizzazione dei propri archivi materiali e digitali.
Un recente articolo pubblicato nella sezione Style del Financial Times a firma Lou Stoppard cerca di fare il punto di una situazione pur in costante mutamento, osservando come al fenomeno dell’archiviazione interna si affianchi la tendenza alla realizzazione di veri e propri musei della moda.
Una risposta alla necessità dei brand di valorizzare la propria originalità attraverso il racconto della propria storia produttiva (a tale riguardo si veda anche il progetto “Musei impresa”); un racconto che viene narrato mediante collezioni di prodotti del passato, testimonianze tangibili dello stile attraverso gli anni. La storia raccontata tramite gli oggetti.
Nonostante l’archiviazione sistematica a tale fine sia generalmente iniziata con qualche ritardo (tanto che non sempre è possibile risalire ai capi più antichi, e spesso completare collezioni passate significa dover trattare con collezionisti molto ben foniti, a volte più delle aziende stesse), i marchi più lungimiranti sono partiti almeno da un paio di decenni con opere di valorizzazione dell’eredità e della storia del brand attraverso l’archiviazione, la cura e l’esposizione dei propri manufatti del passato.
Yves Saint Laurent, tra i primi a comprendere, già negli anni ’60, l’importanza della conservazione delle proprie collezioni, aprirà nel 2017 due ulteriori musei, a Parigi e Marrakesh. L’inaugurazione del Museo Gucci a Firenze è datata 2011, ma cela dietro di sè almeno un ventennio di certosino lavoro di recupero dei capi di abbigliamento, cura e archiviazione, lavoro che continua anche oggi e necessita costante aggiornamento. Così come per l’archivio Missoni, che inoltre proprio quest’anno ha aperto al pubblico la sua mostra “Art Colour” al Fashion and Textile Museum di Londra, per ripercorrere 60 anni di vita del marchio attraverso i processi creativi della Moda italiana. Strada già similmente percorsa qualche anno fa a Milano in occasione del cinquantesimo anniversario della rivista Vogue, contemporaneamente con il lancio del suo archivio digitale on-line.
E non si tratta solo di marketing: la realizzazione di archivi digitali è oggi fondamentale per stilisti e creativi, poiché permette di accedere velocemente alle tendenze del passato allo scopo di fornire ispirazione per idee nuove, mantenendo allo stesso tempo quelle caratteristiche peculiari che, nella storia, hanno sempre contraddistinto il brand.
Per fare ciò, oltre alle attività di recupero degli oggetti e di archiviazione vera e propria, è ovviamente indispensabile il supporto di appropriati sistemi informatici, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie per il web che già permettono una efficace integrazione con gli strumenti pubblicitari e di comunicazione. Questo è un punto fondamentale, suscettibile di continui aggiornamenti, al quale noi di MAS rivolgiamo la massima attenzione.
Il tema dell’archivio materiale e dell’attività museale ci coinvolge non meno di quello digitale: prova ne è che la nostra sede si trova proprio presso il Museo della Calzatura in Villa Foscarini-Rossi a Stra (Ve)!