La Via della Seta 2.0: Internazionalizzazione Digitale

La Via della Seta 2.0: Internazionalizzazione Digitale

L’impatto del commercio elettronico sulla Supply Chain delle PMI 

 

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In un’Italia caratterizzata dal più alto numero di PMI a livello Europeo ma con il più basso tasso di digitalizzazione, anche l’attuale crisi economica ha avuto sviluppi positivi: il mondo della piccola e media imprenditoria ha preso coscienza dell’importanza di ricorrere al commercio elettronico come vettore di penetrazione di nuovi mercati. Il tema dell’internazionalizzazione digitale è quindi più che mai attuale.

Allo stesso tempo le PMI spesso sottovalutano le energie richieste per il raggiungimento di un simile obiettivo, inoltre, l’incapacità di comprendere la giusta sequenza dei processi imprenditoriali e la tempistica relativa a tali operazioni può portare a rilevanti aumenti dei costi rispetto a quanto preventivato.

L’avvio di un’attività e-commerce richiede quindi una approfondita valutazione dei rischi, una pianificazione adeguata e non ultima una continua attività di monitoraggio delle performance (benchmark, analisi delle KPI ecc.)

L’aspetto più contradditorio dell’e-commerce è che se da una parte limita la complessità della Supply Chain riducendo il numero di attori intermedi, dall’altra il livello di efficienza ed efficacia della nuova catena di fornitura deve essere incrementato a livelli inusuali per le PMI italiane.

Fondamentale è quindi condividere in azienda la cultura dei fattori critici di successo di un’attività di e-commerce: rapidità della consegna, affidabilità e qualità del prodotto affinché un progetto di internazionalizzazione digitale non si riveli fallimentare.

Garantire un tale livello di efficienza dell’operatività aziendale richiede la revisione e l’eventuale adeguamento dei sistemi ICT, un layout degli spazi distributivi adeguato alla gestione dei processi logistici relativi sia al commercio elettronico che tradizionale, acquisizione di competenze di digital marketing e una buona dose di flessibilità. Tutto ciò al fine di essere reattivi e pronti a rispondere efficacemente ad improvvise variazioni della domanda senza compromettere tempi di consegna e qualità del prodotto finito.

Quanto sopra è ancor più valido per le PMI Italiane che fanno del Made in Italy la loro bandiera, quel quid plus che permette loro di penetrare mercati lontani e insidiosi con relativa facilità.

Il canale di vendita del commercio elettronico si rivela quindi un’ottima opportunità d’internazionalizzazione e crescita per le PMI italiane, a patto che la si affronti con cognizione di causa, consapevoli dei rischi e degli sforzi necessari al successo dell’impresa. L’unione di competenze ICT e di quelle gestionali è perciò prerequisito indispensabile all’avvio di un e-commerce vincente e sostenibile nel lungo termine.

Archivi d’impresa per l’innovazione e la comunicazione nelle aziende del design: strumenti e tecniche di gestione

Archivi d’impresa per l’innovazione e la comunicazione nelle aziende del design: strumenti e tecniche di gestione

Museo della calzatura Rossimoda – Archivio storico Rossimoda
            www.museodellacalzatura.it

L’utilizzo del capitale intellettuale è fondamentale per la creazione di valore: per competere nella nuova dimensione dei mercati globali, le imprese, in particolare quelle legate al mondo del design, sia esso industriale che manifatturiero, devono tener conto dei mutamenti originati da cambiamenti culturali, sociali ed economici.

Numerose realtà aziendali del design – del Made-in-Italy, del fashion, dell’arredo… – sono consapevoli dell’importante legame tra la propria storia e il prossimo futuro, comprendono il potenziale vantaggio competitivo che deriva dalla corretta valorizzazione del proprio patrimonio storico.  Per tale ragione, infatti, molte imprese hanno organizzato degli Archivi d’impresa – in realtà spesso dei semplici “magazzini” – in cui sono stati accumulati i manufatti e i documenti della propria storia aziendale.

Tali magazzini spesso – pur disponendo di una quantità elevata di prodotti, prototipi e materiali realizzati nel corso degli anni – non sono però sempre gestiti in modo razionale ed ottimizzato e quindi in molti casi non vengono sfruttate al meglio le potenzialità legate all’innovazione (sviluppo prodotto) e alla comunicazione del brand.

E’ quindi prioritario affrontare il tema della riorganizzazione e della gestione dell’Archivio aziendale dal punto di vista del corretto approccio metodologico e dei possibili strumenti organizzativi ed informativi impiegabili.

L’incremento progressivo delle capacità degli strumenti digitali di archiviare ed elaborare dati ha reso disponibile un numero sempre crescente di informazioni e indotto la creazione di funzioni sempre più evolute di archiviazione e ricerca, offrendo la possibilità di elaborare confronti, andamenti, scostamenti, memorizzare immagini e video, condivisione web, ecc..

In quest’ambito le tecnologie digitali assumono un ruolo strategico per quanto concerne la valorizzazione dell’immenso patrimonio che ciascuna azienda possiede inteso come vantaggio competitivo intrinseco legato al know-how storico.

Gli Archivi aziendali rappresentano uno strumento chiave per il miglioramento continuo e come sorgente di creatività. Non solo, supportano il processo di formazione e divulgazione della conoscenza all’interno del contesto aziendale e risultano fondamentali per la comunicazione dei valori del brand.

Supply Chain: soddisfacente oggi, migliore domani

Supply Chain: soddisfacente oggi, migliore domani

Gli ostacoli sulla strada del miglioramento continuo della supply chain

La supply chain di un’organizzazione è un sistema articolato e caratterizzato da dinamiche complesse che può diventare una risorsa chiave se utilizzata in modo intelligente. L’interpretazione corretta della rete organizzativa può far crescere esponenzialmente il business aziendale rendendolo più elastico, agile e in grado di ridurre i rischi rispondendo velocemente agli imprevisti.

Gli ultimi anni hanno dimostrato che molti fattori naturali come terremoti, allagamenti e tsunami possono influire sulla supply chain. Per ridurre tali rischi le aziende e i venditori dovrebbero allargare le loro reti di fornitura e potenziare gli strumenti di “misurazione” dei flussi informativi che le attraversano.

Il recente studio Global Manufacturing Outlook di KPGM evidenzia però che sebbene siano chiare le potenzialità legate alla completa visibilità della supply chain, allo stesso tempo le organizzazioni stentano a migliorarne le prestazioni prevalentemente per tre ragioni:

  • Carenza di informazioni disponibili;
  • Mancanza di competenze e capacità interne ed esterne;
  • Inadeguatezza dei sistemi informativi.


Le sfide da affrontare per una supply chain completamente integrata e visibile

Nonostante ciò gli ultimi due anni hanno visto un trend di crescita in termini di accesso alle informazioni della supply chain, ma per molte aziende permane la difficoltà di raggiungere un livello di tempestività, precisione e accuratezza tale da avere una visione real time della situazione.

Se è vero che la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale nel fornire visibilità in tempo reale sulle vendite e le forniture per supportare l’agilità richiesta dai mercati attuali, è vero anche che non è sufficiente disporre delle informazioni in tempo reale, ma è necessario condividerle. (You simply can’t build the type of relationship you need to share real-time data without trust -Osamu Matsushita, Head of Industrial Manufacturing, KPMG in Japan)
Mettere informazioni vitali a portata di mano dei partner di supply chain attraverso strumenti sofisticati significa che l’intera rete aziendale può prendere decisioni più rapide e smart con un occhio di riguardo alla gestione della distribuzione.

Fonte: KPMG – Global Manufacturing Outlook – Giugno 2014 – kpmg.com/gmo

 

 

 

Convegno Archivi Digitali: Made in Italy – re-use of fashion heritage and new digital perspectives

Convegno Archivi Digitali: Made in Italy – re-use of fashion heritage and new digital perspectives

In questi giorni a Londra si sta tenendo conferenza internazionale presso il V&A Museum in comunione con Europeana Fashion. Obiettivo del convegno analizzare le correlazioni tra gli archivi della moda e la loro condivisione a livello digitale. Europeana Fashion è un consorzio che riunisce 22 partner d’eccellenza tra i più importanti musei pubblici e privati, gli archivi e le collezioni di 12 paesi europei, tra cui Archivio Missoni, Museo della calzatura Rossimoda, Archivio Pitti, Museo V&A, Museo del Traje, Museo Les Arts Décoratifs. L’intento di questo consorzio, che rappresenta le principali istituzioni europee e le principali collezioni nell’ambito della moda, è quella di creare un aggregatore tematico sulla moda, ponendo in particolar modo l’accento sulla qualità e la granularità dei dati, che rifletta la versatilità della moda in quanto mezzo di comunicazione.
Presenti al convegno rappresentati del comparto moda italiano come Luca Missoni – Direttore artistico Archivio Missoni – Isabella Campagnol – Curatrice Archivio Rubelli – Lapo Cianchi – Fodazione Pitti.

Negli ultimi anni un pubblico sempre più ampio ha sviluppato un interesse crescente per i contenuti della moda legati alla ricerca, alla didattica e al tempo libero. L’era digitale, lo sviluppo e la disponibilità di nuove tecnologie hanno fornito nuovi e fondamentali strumenti per permettere a molte istituzioni di affrontare e risolvere i loro diversi problemi, e in particolare:

  • documentare le collezioni in dettaglio, per un uso interno ed esterno, senza la necessità di maneggiare fisicamente le collezioni;
  • aumentare l’accessibilità delle loro collezioni per un pubblico che sia il più vasto possibile, grazie alla digitalizzazione e alla catalogazione.

Internet è diventato la principale fonte di informazioni per il mondo della moda e dell’industria attraverso una vasta gamma di siti web, portali, blog, social network, ecc. La dimensione virtuale è diventata una realtà imprescindibile per la creazione, la diffusione, il consumo e lo studio della moda che richiede di essere esplorato a livello mondiale. La difficoltà di raccogliere e studiare l’enorme mole di conoscenza prodotta all’interno del web è diventata una necessità per lo studio contemporaneo della moda. Tuttavia, vi è una palese mancanza di contenuti strutturati, facilmente reperibili e affidabili. Allo stato attuale, la ricerca di questi materiali digitali è difficile e rischia di diventare ancora più complessa, in quanto i contenuti digitali sulla moda continuano ad aumentare in modo frammentario. Fondamentale dunque risulta sensibilizzare e creare consenso all’interno della comunità della moda per quanto riguarda le migliori prassi in materia di digitalizzazione del patrimonio culturale.

MAS ritiene che i temi affrontati e condivisi nell’ambito del convegno risultino di grande interesse per le aziende del Fashion.

 

Software Selection di un Sistema Informativo: una scelta strategica

Software Selection di un Sistema Informativo: una scelta strategica

La scelta di un Sistema Informativo va effettuata con la massima cura ed attenzione. Una buona soluzione accompagna l’azienda negli anni futuri e consente di poter modificare il modo di lavorare con una certo dinamismo secondo le mutate esigenze di mercato o logistiche.

A seconda del tipo di azienda, del suo momento storico e delle sue risorse ci possono essere vari tipi di opzioni strategiche riguardo a come debba essere affrontato un progetto di revisione dei sistemi informativi:

  • Opzione orientata alla Crescita

E’ il caso di aziende pienamente coscienti dei propri limiti informativi, da anni oberate da soluzioni “fai da te” nel tentativo di soddisfare le esigenze interne. Orientarsi alla crescita significa adottare una soluzione informativa di un grande player, non del tutto o per niente verticalizzata sul settore di riferimento. Implementare simili soluzioni richiede abili qualità di project management e la partecipazione collaborativa di tutte le figure coinvolte, nonchè una forte volontà dei vertici aziendali.

  • Opzione Efficace

Significa optare per una soluzione verticalizzata sul calzaturiero che non richiede complesse attività di parametrizzazione e lunghi tempi di implementazione. Questa scelta implica un’esborso economico limitato ma al contempo si accompagna a rischi di lungo termine legati a scenari di crescita aziendale. L’azienda che opta per un’opzione efficace è spesso intimorita dalla propria incapacità di saper far fronte alla complessità delle attività di configurazione di un sistema informativo non verticalizzato.

  • Opzione Riflessiva

Quando un’azienda non comprende a pieno le potenzialità di un nuovo sistema operativo e soprattutto non conosce i limiti e le criticità di quello in uso, assume una posizione cautelativa. Procede all’aggiornamento del sistema utilizzato e opta per l’approfondimento delle potenzialità di un SI e di come questo può generare valore per l’azienda. Chi intraprende questo percorso generalmente finisce col sostituire radicalmente il proprio SI.

Spesso le aziende non comprendono l’importanza di allineare la strategia aziendale con le potenzialità offerte dal Sistema Informativo al fine di ridurre il numero di soluzioni software possibili e si avventurano precipitosamente nella selva dei dettagli di ogni singola opzione, impantanandosi e finendo per incappare in soluzioni inadeguate e inefficaci.

Solo quando si prende coscienza di come il Sistema Informativo può sostenerci nel perseguire gli obiettivi aziendali è corretto iniziare una Software Selection approfondita che analizzi ogni singolo aspetto delle soluzioni possibili evidenziandone pro e contro.

Ovviamente, nonostante si ricorra a criteri di valutazione il più possibile oggettivi e misurabili, spesso è difficile confrontare le soluzioni tra loro e perciò è consigliabile maturare un opinione anche confrontandosi con le realtà che già adottano le soluzioni in oggetto.

Criticità connesse con la scelta:

  • Le alternative non sono sempre facilmente confrontabili tra loro.
  • Vanno considerate sia le esigenze attuali che quelle future.
  • Esistono aspetti tecnici complessi.
  • Il controllo dei costi è difficile e spesso si spende molto di più di quanto preventivato.