by Redazione | 9 April 2014 | Articoli, Blog
In questi giorni a Londra si sta tenendo conferenza internazionale presso il V&A Museum in comunione con Europeana Fashion. Obiettivo del convegno analizzare le correlazioni tra gli archivi della moda e la loro condivisione a livello digitale. Europeana Fashion è un consorzio che riunisce 22 partner d’eccellenza tra i più importanti musei pubblici e privati, gli archivi e le collezioni di 12 paesi europei, tra cui Archivio Missoni, Museo della calzatura Rossimoda, Archivio Pitti, Museo V&A, Museo del Traje, Museo Les Arts Décoratifs. L’intento di questo consorzio, che rappresenta le principali istituzioni europee e le principali collezioni nell’ambito della moda, è quella di creare un aggregatore tematico sulla moda, ponendo in particolar modo l’accento sulla qualità e la granularità dei dati, che rifletta la versatilità della moda in quanto mezzo di comunicazione.
Presenti al convegno rappresentati del comparto moda italiano come Luca Missoni – Direttore artistico Archivio Missoni – Isabella Campagnol – Curatrice Archivio Rubelli – Lapo Cianchi – Fodazione Pitti.
Negli ultimi anni un pubblico sempre più ampio ha sviluppato un interesse crescente per i contenuti della moda legati alla ricerca, alla didattica e al tempo libero. L’era digitale, lo sviluppo e la disponibilità di nuove tecnologie hanno fornito nuovi e fondamentali strumenti per permettere a molte istituzioni di affrontare e risolvere i loro diversi problemi, e in particolare:
- documentare le collezioni in dettaglio, per un uso interno ed esterno, senza la necessità di maneggiare fisicamente le collezioni;
- aumentare l’accessibilità delle loro collezioni per un pubblico che sia il più vasto possibile, grazie alla digitalizzazione e alla catalogazione.
Internet è diventato la principale fonte di informazioni per il mondo della moda e dell’industria attraverso una vasta gamma di siti web, portali, blog, social network, ecc. La dimensione virtuale è diventata una realtà imprescindibile per la creazione, la diffusione, il consumo e lo studio della moda che richiede di essere esplorato a livello mondiale. La difficoltà di raccogliere e studiare l’enorme mole di conoscenza prodotta all’interno del web è diventata una necessità per lo studio contemporaneo della moda. Tuttavia, vi è una palese mancanza di contenuti strutturati, facilmente reperibili e affidabili. Allo stato attuale, la ricerca di questi materiali digitali è difficile e rischia di diventare ancora più complessa, in quanto i contenuti digitali sulla moda continuano ad aumentare in modo frammentario. Fondamentale dunque risulta sensibilizzare e creare consenso all’interno della comunità della moda per quanto riguarda le migliori prassi in materia di digitalizzazione del patrimonio culturale.
MAS ritiene che i temi affrontati e condivisi nell’ambito del convegno risultino di grande interesse per le aziende del Fashion.
by Redazione | 25 February 2014 | Articoli, Blog
Previsti anche ques’anno incentivi per le Pmi con la nuova Sabatini 2014, ovvero un’agevolazione concessa con il decreto-legge Del Fare (art. 2 decreto-legge n. 69/2013), finalizzata ad accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese. La nuova Sabatini in particolare è rivolta alle Pmi, operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.
La Sabatini istituisce presso la Cassa Depositi e Prestiti un plafond di risorse cospicuo: 2,5 miliardi di euro. Le banche e gli intermediari finanziari che aderiscono alle apposite convenzioni tra il Mise (sentito il Mef), l’Abi e la Cdp, possono utilizzare tale fondo per l’erogazione di finanziamenti alle Pmi.
L’importo finanziabile va da un minimo di 20 mila fino a un massimo di 2 milioni di euro, il limite temporale è fissato al 31 dicembre 2016.
Condizione essenziale é che i beni acquistati siano destinati all’uso produttivo e non siano alienati, ceduti o distratti dalla produzione sino ai tre anni successivi alla data di completamento dell’investimento.
Il finanziamento prevede interessi a tasso agevolato del 2,75% ed una durata massima di 5 anni.
Le richieste per i finanziamenti potranno essere presentate a partire dalle ore 9.00 del 31 marzo 2014.
by Walter Macorig | 15 February 2014 | Articoli, Blog
Oggi al TalentGarden c’è stato un evento di CoderDojo: un seminario di progettazione di videogames rivolto ai ragazzi tra gli 8 e i 12 anni.
CoderDojo è una organizzazione no-profit di volontariato internazionale che organizza eventi e formazione – il tutto assolutamente gratuito – per avvicinare i giovani al mondo professionale dei computer e dell’informatica. Non parliamo quindi di semplice “utilizzo” del computer o di giocare ai videogames. Parliamo di iniziare i ragazzi al complesso mondo della programmazione e dei meccanismi interni dell’informatica.
In questo specifico evento di oggi ad esempio è stata illustrata la piattaforma Scratch, un ambiente di programmazione opensource realizzato nei laboratori del MIT di Boston, di facile utilizzo, pensato apposta per i più giovani, che consente di realizzare velocemente dei giochi interattivi.
Visto che l’evento mi passava vicino a casa ho pensato ben di portare i miei due ragazzi di 10 e 11 anni.
Al CoderDojo siamo stati simpaticamente accolti da una decina di “mentor”, volontari esperti in informatica, che nella vita sono ingegneri informatici, matematici o progettisti di film 3D, ma che come volontari si dedicano a queste pregevoli iniziative didattiche.
Oltre a noi un’altra trentina di ragazzi accompagnati dai genitori. Ciascuno con il proprio computer si è accomodato in una scrivania.
Uno dei mentor ha introdotto i ragazzi alle basi della piattaforma Scratch e quindi ha guidato passo passo i giovani nella realizzazione del primo videogame. I vari altri mentor giravano tra i tavoli e dare assistenza e a seguire chi in difficoltà..
Dopo circa due ore ogni ragazzo aveva scritto da solo il suo videogame: uno squalo in una vasca deve sfuggire dalle chele del granchio cattivo e nel contempo deve riuscire a mangiare qualche pesciolino per guadagnare punti… Molto divertente.
Probabilmente quando trent’anni fa io avevo iniziato ad occuparmi di informatica per sviluppare un gioco simile con le tecnologie dell’epoca ci sarebbe voluto almeno un mese di lavoro.
Che dire una esperienza molto divertente e molto interessante. I bimbi si sono veramente appassionati ed hanno iniziato a capire i meccanismi con i quali sono costruiti i videogiochi.
by Walter Macorig | 13 February 2014 | Articoli, Blog
Ho partecipato oggi alla cerimonia di chiusura del Master in Retail Management e Marketing della Business School CUOA. Il prof. Romano Cappellari – responsabile scientifico del Master – ha saputo negli anni far crescere questo corso creandogli attorno tutta una comunità di studenti entusiasti ma anche di professionisti, imprenditori ed addetti del settore.
Ogni anno il prof. Cappellari organizza per la cerimonia di chiusura una serata invitando autorevoli ospiti che illustrano casi aziendali di successo e innescano occasione di dibattito sulle migliori prassi del marketing e del retail.
Quest’anno ospite il direttore risorse umane del Gruppo Moncler, Francesco Omodei Salè oltre alla presenza del presidente CUOA Matteo Marzotto già esperto ovviamente di mercato Fashion e di retail.
Il dott. Omodei Salè ci ha mostrato un bel video di alcuni minuti sul brand e sulla eredità culturale di Moncler. Ci ha quindi raccontato con dovizia di particolari il caso aziendale esponendoci gli aspetti salienti della recente storia sviluppatasi negli ultimi 10 anni.
Mi ha colpito in particolare quando ci ha spiegato che l’inizio della rinascita del marchio è partito dall’Archivio Storico Fashion: la ricerca stilistica, le riedizione e riadattamento dei vecchi modelli di punta si è di fatto propagata a partire dalle radici e dalla storia dell’azienda che erano state conservate nell’Archivio aziendale.
Un plauso a chi aveva sapientemente tenuto, classificato e patrimonializzato i vecchi capi delle collezioni storiche.
Noi di MAS siamo molto sensibili al tema degli Archivi. Da anni ci occupiamo anche di questa tematica e supportiamo diversi brand del fashion nella razionalizzazione e valorizzazione degli Archivi Storici e quotidianamente vediamo caso di creazione di valore scaturito proprio da una gestione illuminata di questo asset.
Un altra cosa che mi ha colpito dell’intervento di Moncler è uno degli obiettivi più cari al suo presidente Remo Ruffini: essere globofonici – to be Globophonic – ovvero essere in grado di trasferire al mercato globale il messaggio del brand declinandolo nelle varie specificità locali.
Il Presidente Matteo Marzotto ha citato un altro caso italiano di successo, quello della Bruno Cucinelli, nel quale si ravvisano molte similitudini con la storia di Moncler.
È stato quindi il turno degli allievi del Master che oggi conseguono il diploma: un loro rappresentante è salito al tavolo dei relatori e ci ha raccontato la storia sua e della classe che negli ultimi mesi ha lavorato in modo molto duro ma molto appassionato con dedizione e speranza nel futuro. In questo momento molto difficile dell’economia e della politica italiana i giovani per fortuna continuano ad avere grandi sogni e molta energia.
Dopo la consegna dei diplomi è seguito un simpatico ed informale cocktail nel quale i giovani neo diplomati master si sono mischiati alla platea e durante il quale tutti abbiamo potuto scambiare due chiacchiere in amicizia.
Bravo al prof. Cappellari, alla direzione e a tutto lo staff del CUOA per l’ospitalità e la perfetta organizzazione.
by Redazione | 25 October 2013 | Articoli, Blog
La Regione Veneto ha emesso un bando da 2,3 milioni di euro per sostenere l’utilizzo del cloud computing nelle aziende. Proprio per diffondere lo sviluppo di servizi basati sul modello del “cloud computing” fra le imprese venete del software e dei servizi informatici la Regione Veneto ha previsto la concessione di contributi a fondo perduto.
Il contributo potrà essere richiesto per la fruizione da parte di PMI venete dei seguenti servizi digitali erogati in modalità cloud computing:
1. Servizi applicativi Saas (Software as a Service), ovvero servizi applicativi fruiti in modalità cloud
2. Servizi Informatici infrastrutturali Iaas (Infrastructure as a Service), ovvero servizi informatici infrastrutturali fruiti in modalità cloud
3. Servizi digitali PaaS (Platform as a Service), ovvero un particolare tipo di servizio Cloud tramite il quale un Provider fornisce al cliente, non solo il servizio hardware ed il Sistema Operativo, ma anche le piattaforme applicative e tutta la cosiddetta “solution stack”, al fine di pubblicare le proprie applicazioni. In particolare, una solution stack è un particolare insieme di software in grado di fornire un servizio, quali, ad esempio, l’insieme di web server, database ed il supporto ad un linguaggio di programmazione. Un altro esempio di solution stack è l’unione di Sistema Operativo, middleware, database e applicativi. Attraverso il PaaS, l’acquisto, la configurazione, l’ottimizzazione e la gestione dell’hardware e del software di base sono completamente demandate al Provider; si riduce conseguentemente il carico di lavoro del personale IT e conseguentemente anche i costi per lo startup ed il mantenimento delle applicazioni. Attraverso il PaaS è inoltre possibile rendere scalabili le applicazioni fornendo maggiori risorse on demand.
La richiesta potrà riguardare la fruizione di uno o più servizi digitali erogati anche da fornitori diversi.
Saranno ammessi a finanziamento anche contratti in corso alla data di presentazione della domanda.
Il contributo viene erogato per la fruizione di uno o più servizi informativi, applicativi e/o infrastrutturali, in modalità Cloud Computing.
Sarà riconosciuto un contributo sino al 75 per cento della spesa ammessa ed effettivamente sostenuta nei primi 12 mesi solari successivi:
• alla data di presentazione della domanda di concessione del contributo, nel caso di contratti in corso a tale data;
oppure
• alla data di sottoscrizione del contratto, nel caso di contratti sottoscritti successivamente alla presentazione della domanda stessa.
Il contributo complessivamente concedibile dovrà essere pari ad almeno 2.500 € e non potrà essere superiore ad 20.000,00 €.
Possono partecipare al bando le PMI singole (imprese individuali, società cooperative, società di persone e società di capitali), così come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003, Allegato B, recepita con Decreto del Ministro delle Attività Produttive del 18 aprile 2005, che siano costituite con iscrizione al registro delle imprese, siano attive e dispongano di almeno una sede operativa ubicata nel territorio regionale attiva e funzionante, il tutto alla data di pubblicazione del presente Bando.
Per sede operativa localizzata nel Veneto si intende l’unità locale dotata di personale dedicato, attrezzature e strumenti telefonici e informatici nella quale si svolge il processo produttivo che beneficerà dell’erogazione di uno o più servizi in modalità cloud computing.
Sono ammissibili i costi effettivamente sostenuti dal beneficiario per la fruizione di uno o più servizi cloud computing, fino all’ammontare massimo finanziabile. Esse devono riferirsi a servizi fruiti nei primi 12 mesi solari successivi:
a) alla data di presentazione della domanda di concessione del contributo, in caso di contratti in corso a tale data;
b) alla data di sottoscrizione del contratto, nel caso di contratti sottoscritti successivamente alla presentazione della domanda stessa.
L’ammissibilità dei costi e quindi il computo dei 12 mesi solari decorre dunque dalla data di presentazione della domanda, nell’ipotesi sub a) oppure dalla sottoscrizione del contratto nell’ipotesi sub b).
Sulla base del D.P.R. n. 196/2008 si possono considerare spese ammissibili:
– Spese a canone periodico o a consumo per l’utilizzo in modalità cloud di servizi digitali;
– spese per eventuali configurazioni/attivazioni iniziali una-tantum – per un valore massimo del 20% del costo complessivo ammesso e finanziato, solo nel caso di contratti sottoscritti successivamente alla presentazione della domanda di concessione del contributo.
by Redazione | 24 October 2013 | Articoli, Blog
Grande successo del Fashion Digital Meet, tenutosi il 24 ottobre scorso in Villa Foscarini Rossi a Stra (VE). Forse gli splendidi affreschi hanno contribuito a costruire un’atmosfera così frizzante e coinvolgente?
L’evento è stato l’occasione per introdurre in Italia il Bof, un particolare convegno interattivo molto diffuso negli USA, a cui hanno partecipato nomi di spicco del mondo dell’industria della moda e del digitale.
Sara Bellini, Mauro Tescaro, Laura Valagussa, Daniela Saccà, Giampaolo Chiello, Massimiliano Losego e Silvia Tebaldi si sono messi a disposizione dei quasi duecento studenti di scuole di design presenti nella sala, reagendo con positività a tutti gli stimoli offerti e trasmettendo con passione le loro esperienze di vita. A rompere il ghiaccio ci ha pensato Paolo Piacenza, moderatore dell’evento, che ha innanzitutto proposto ai relatori alcune curiose domande tratte dal celebre questionario di Proust (“Il tuo peggior difetto?”, “Il tuo motto?” E così via).
Poi è cominciata la vera e propria tavola rotonda: i ragazzi hanno deciso che era giunto il momento di mettere da parte la timidezza ed iniziare a fare domande riguardanti temi delicati quali l’occupazione giovanile nel settore fashion e le opportunità ad esso offerte dal mondo del digitale. Molti quesiti sono giunti anche dai social network, e chi non poteva assistere fisicamente si è collegato attraverso il live streaming predisposto appositamente (il video integrale è visibile qui).
Quali le professioni più richieste dalle imprese di moda? Come coniugare competenza ed esperienza? Come affrontare un colloquio? Perché il mondo del lavoro non assorbe gli studenti? Come si integrano le nuove tecnologie nel mondo della moda? Fino a che punto si può spingere la virtualizzazione dei modelli? Quali sono limiti ed opportunità dell’e-commerce nella moda? Sono solo alcuni degli spunti giunti dai partecipanti: tutte le tematiche sono state postate in diretta nella pagina Facebook “IDM Innovazione di Moda”, in modo da poter proseguire il dibattito nei social (oltre che sul blog innovazionemoda.org) anche nei giorni successivi all’evento.
In effetti, il tempo tiranno non ha permesso di andare oltre e sfruttare appieno il clima positivo e stimolante creatosi in sala. Ciò nonostante, al termine del dibattito, alcuni studenti dello IUSVE di Venezia si sono avvicinati ai relatori per intervistarli ulteriormente: tutti si sono dimostrati particolarmente entusiasti della modalità interattiva di svolgimento dell’evento, esprimendo il desiderio di ripetere l’esperienza il più presto possibile.
Ci sarà un altro Fashion Digital Meet in futuro? Questo non si può ancora sapere, ma il buon esito di questa prima edizione e la soddisfazione dei presenti (e non) lasciano almeno sperare che l’evento possa ripetersi anche l’anno prossimo.