“Reshape the future: include, share, act” è l’ambizioso messaggio lanciato dal Business 20 (B20), stabilito nel 2010. Questo forum ufficiale, emanazione del G20 e rappresentante la comunità del business globale, agisce per indicare piani d’azione per la crescita globale e lo sviluppo sostenibile. Il B20 ha deciso di accogliere a braccia aperte le diverse sfide che accompagnano i nostri tempi, dalla Digital Transformation al mercato del lavoro passando per le sfide del riscaldamento globale e le risposte alle emergenze internazionali, tra cui ad esempio il COVID-19.
Uno dei pilastri del forum è l’innovazione tecnologica, che abbraccia tutte le sfere della quotidianità e ha il potenziale per influenzare positivamente la crescita sostenibile globale nel futuro. La principale forza motrice di questo studio è la cosiddetta azienda del futuro, ovvero una nuova realtà che fa dell’automatizzazione dei processi industriali la propria spina dorsale. La smart factory riesce a coniugare esperienze, interazioni, automazione e processi digitali per la creazione di un ecosistema dove persone, prodotti, servizi e fabbrica risultino interconnessi tra loro.
La Digital Transformation rappresenta al tempo stesso il fulcro e il motore di questo cammino di innovazione tecnologica e digitale. Per compiere questo “salto nel futuro” è necessario ripensare il proprio mindset manageriale in termini di organizzazione aziendale, processi e infrastrutture. Così l’impresa sviluppa modelli del tutto nuovi che permettono ampia condivisione delle informazioni e la capacità di creare un nuovo tessuto di dati e informazioni interconnessi tra loro.
Il tema della digitalizzazione cresce a pari passo con il tema Sostenibilità e le sue varie sfaccettature. Lo sviluppo a braccetto di queste due tematiche è stata la chiave la volta del grande successo rappresentato dall’approvazione del Piano Next Generation UE che rappresenterà il pilastro della grande sfida della transizione ecologica e digitale che ci attende nei prossimi anni. Di convesso questi principi hanno esercitato una forte influenza nella redazione del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha l’obiettivo di accelerare i processi di transizione e modernizzazione del tessuto produttivo e ridurre i divari che ostacolano lo sviluppo omogeneo del Paese.
In questo scenario la task force guidata dall’Italia ha evidenziato un trend di crescita in specifiche aree afferenti al mondo dell’Industria 4.0, quali Big Data, Intelligenza Artificiale (AI) e l’Internet of Things (IoT) sottolineando come il 60% della crescita globale sarà trainata dal digitale entro il 2022. Questo pone maggiore importanza sul lavoro del B20, ora maggiormente concentrato sullo sviluppo delle competenze digitali per le PMI e la replicabilità e scalabilità nelle diverse geografie rappresentate dal gruppo di lavoro, utili a creare un’eredità fruibile per l’innovazione del futuro.
Il grande lavoro portato avanti si è esplicitato questo anno con la pubblicazione della “Digital Use Cases Library” che verrà presentata nell’evento conclusivo di Roma del 7 e 8 Ottobre. La pubblicazione segna una decisa svolta per la diffusione dell’innovazione e dei pilastri di Industria 4.0 perché presenta più di 80 casi studio di innovazioni tecnologiche che coinvolgono più 20 organizzazioni afferenti a svariati settori industriali impegnati nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni.
Il processo di digitalizzazione è un caposaldo imprescindibile per le aziende che vogliono restare competitive sul mercato e al contempo innovare prodotti e processi aziendali adottando nuove strategie e una rinnovata mentalità manageriale. Le opportunità di investimento sono molteplici grazie agli sforzi profusi nel Piano Next Generation UE. Noi di Mas Management Network abbiamo una grande esperienza nel mondo Industria 4.0 e nell’accompagnamento alla transizione digitale delle imprese. Offriamo supporto omnicomprensivo alle aziende che vogliono cimentarsi nelle sfide del futuro ed implementiamo piani di crescita contrassegnati dall’innovazione digitale e tecnologica.
L’11 febbraio 2021 è stato il ventennale della pubblicazione del Manifesto “Agile”(Beck, Martin, Fowler et al.) di cui noi di MAS Management Network siamo stati tra i primi sottoscrittori e che diede il via ad un movimento internazionale volto al rinnovamento di metodologie per lo sviluppo di progetti, nato in ambito software e poi estesosi al project management, e mirato ad una gestione rapida e snella delle attività di lavoro.
Questo movimento si è molto sviluppato nel corso degli anni, giungendo a maturità e contribuendo a migliorare ed innovare le pratiche di gestione progettuale nelle imprese di tutto il mondo ed in ogni settore. Agile è infatti un mondo di nuovi metodi che vanno raffinandosi e modificandosi a seconda delle esigenze delle aziende, in particolare nei settori più sensibili al cambiamento, ed ha sviluppato nel tempo varie discipline e strumenti per l’organizzazione del lavoro che hanno rappresentato l’avanguardia anche in ambito teoretico: Lean, Scrume Kanbanne sono gli esempi più diffusi.
Ma qual è lo stato dell’arte dell’intero movimento a livello mondiale? E quali sfide aspettano i futuri sviluppi delle metodologie Agile? Questi sono stati i quesiti di fondo affrontati nel simposio on-line organizzato dalla community di Scrumalliance.org e ospitato dalla piattaforma Linkedin per la fruizione sul web, e trasmesso in streaming dalla storica Aspen Room di Snowbird nello Utah, laddove tutto nacque all’inizio del nuovo millennio.
Durante l’evento sono stati dapprima esplorati gli intenti e le motivazioni che hanno spinto inizialmente i sottoscrittori del Manifesto, analizzando ciò che è cambiato negli ultimi vent’anni. Ciò ha avuto la funzione di introdurre le riflessioni sullo stato attuale delle discipline Agile, discutendo in particolare delle reali esperienze di lavoro e case studies, e ripercorrendo la lunga serie di trasformazioni (e rispettive problematiche e opportunità) avvenute in contemporanea al progresso tecnologico e digitale. Uno spazio di approfondimento è stato inoltre dedicato al tema Covid-19, ed in particolare a come l’epidemia mondiale abbia cambiato le carte in tavola nell’ultimo anno, imponendo l’introduzione di ulteriori correttivi e innovazioni volti a sfruttare le opportunità di rinnovamento che i periodi di crisi generalizzata comunque concedono. L’ultimo pannello è stato invece focalizzato sulle nuove frontiere delle metodologie Agile, cercando di interpretare e declinare in senso operativo le idee più visionarie sulle nuove modalità di organizzazione del lavoro e di gestione progetti. In particolare, gli ambiti di applicazione di queste tecniche si sono notevolmente espansi nel corso del tempo, uscendo sempre più dal mero ambito software ed abbracciando sempre più processi aziendali come IT, produzione, logistica e operations.
Insomma, Agile è un mondo di nuovi metodi che vanno raffinandosi e modificandosi a seconda non solo delle esigenze progettuali delle aziende, ma anche della disponibilità di nuove tecnologie e strumenti digitali, nonché delle situazioni di mercato contingenti. Risulta quindi cruciale tenersi aggiornati ed aprirsi al confronto, al fine di poter offrire servizi sempre al passo con i tempi, ed una community mondiale a supporto dell’innovazione non può che essere di grande utilità per lo sviluppo di best-practice teoriche e operative, pronte per essere applicate sul campo.
Rivedi qui il video dell’evento “Dalla tradizione culturale alla rivoluzione digitale: vecchie e nuove sfide per il Fashion”, svoltosi Mercoledì 21 Ottobre 2020 al Gabinetto di Lettura di Padova, nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2020.
Riassunto di alcuni temi affrontati – “Il digitale è un cambiamento epocale: o lo si accetta e lo si cavalca o ci si ferma, e da ciò consegue un cambiamento culturale. Generalmente, coloro che anticipano il cambiamento hanno maggiore successo. Nello stesso tempo il digitale è anche una sfida: abbiamo tutti subito un’accelerazione veramente forte, ed anche se stare al passo è difficile, bisogna cercare di capirle e di sfruttare le nuove potenzialità. Non si tratta solo di tecnicismi, ma anche di unire diverse discipline mediante strumenti innovativi: anche una laurea umanistica può essere utile nel digitale.
La digitalizzazione nel mondo della moda può essere considerata come un’apertura. Molti anni fa nelle boutique c’erano dei look tipicamente riconoscibili grazie al loro marchio. Oggi invece l’oggetto che ci caratterizza è figlio di un approccio più generale, non solo del prodotto ma anche di comunicazione. Il fatto di essere molto adattativi (possibilità di cogliere molto più velocemente le informazioni ed elaborarle) porta ad una prospettiva di crescita. Molte volte i comportamenti prevedono la presenza di diversi tipi d’azione nello stesso contesto sociale. Uno dei modi di leggere il fenomeno moda è relativo ai codici (es. consuetudini che vietano o favoriscono l’uso di certi abiti in determinate occasioni). Anch’essi si modificano col tempo e a seconda dei diversi contesti sociali. Il passaggio che stiamo vivendo al digitale è un passaggio in cui dobbiamo essere resilienti e innovativi.
Il digitale può aiutare molto a lanciare il proprio progetto, in quanto si può creare e avere un riscontro immediato. Naturalmente è necessario avere un contenuto di qualità, e conta anche l’abilità di saper utilizzare al meglio i canali social. Moda e digitalizzazione non sono in contraddizione, ma è importante inserire anche competenze di comunicazione. La sensibilità digitale è estremamente diffusa, l’Italia sta comunque facendo dei veloci progressi, ed inoltre apparentemente quello della digital transformation è un cambiamento irreversibile”.
Mercoledì 21 Ottobre 2020, dalle ore 18:00 alle ore 19:30 circa si terrà l’evento online “Dalla tradizione culturale alla rivoluzione digitale: vecchie e nuove sfide per il Fashion”, di cui Walter Macorig di MAS Management Network sarà uno dei relatori, nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2020.
Un panel di autorevoli esperti della CULTURA e del FASHION si confronta sulle sfide dell’oggi e del domani dell’industria della moda. L’evento sarà in modalità SMART, videotrasmesso in diretta streaming sui canali social dalla sede del Gabinetto di Lettura di Padova.
Programma:
INTRODUZIONE
• Enrico Conte, Presidente del Gabinetto di Lettura e Società di Incoraggiamento APS
• Walter Macorig, Consulente Direzionale MAS Management Network
MODERATORE
• Paola Cattaneo, Architetto
RELATORI
• Valentina Gallo, Sviluppo Prodotto Shoes Saint Laurent
• Daniele Nigris, Professore di Sociologia Università di Padova
• Stefano Pozzi, Direttore HR Gruppo Marzotto
• Paolo Smagliato, Founder Progetto Milano Showroom
MEDIA PARTNER
• Massimiliano Losego, Founder Agenzia Digitale Atman
Il mercato italiano è unico in termini di creatività e patrimonio di conoscenze, soprattutto in settori come quello del Fashion e dell’abbigliamento e calzature di lusso. Tuttavia le aziende ormai agiscono sempre più in uno scenario digitale. Come possono preservare l’unicità del loro marchio in tale scenario? Come far fruttare le competenze tradizionali nel mondo informatizzato? Come ottimizzare i processi di sviluppo creativo e di produzione con il supporto degli strumenti digitali?
A queste ed altre domande si è cercato di rispondere durante il seminario “Innovation & technology: PLM nell’industria del Fashion”, ospitato mercoledì 10 aprile nella sede del Politecnico Calzaturiero e che ha visto partecipare importanti realtà imprenditoriali del settore quali Lotto e Christian Louboutin assieme ad altre a servizio dell’industria (hanno avuto modo di presentare i loro prodotti Centric, focalizzato sul suo pacchetto PLM, 3D Excite e SolidWorks per le applicazioni software 3D, Nuovamacut con esempi reali di stampa tridimensionale su periferiche HP), compresa la presenza di MAS in veste di co-organizzatori.
Nell’introduzione di Mauro Tescaro, direttore del Politecnico Calzaturiero, oltre ad una presentazione delle attività formative e didattiche dell’istituto, sono state sottolineate le linee guida del dibattito: cercare di scoprire come la tecnologia e l’innovazione possano servire il Made in Italy per competere nel mercato globale valorizzando le singole abilità creative e produttive. Una nutrita platea di astanti, composta perlopiù da manager e tecnici di aziende venete (sia multinazionali del fashion con presenza locale, sia PMI che operano nella filiera del lusso), ha potuto quindi dapprima verificare le funzionalità particolari di pacchetti software al servizio dello sviluppo prodotto e della produzione (gestione distinte base, materiali, accessori, componenti, classificazioni, ma anche prototipi 3D) e poi assistere ai racconti delle esperienze vissute sul campo da chi ne ha già iniziata l’implementazione.
In veste di relatore, Walter Macorig ha tenuto un primo intervento sull’ “Importanza del Digital Product Development nell’era 4.0”: in quanto società di consulenza, MAS ha curato numerosi progetti di innovazione sullo sviluppo prodotto e con piattaforme PLM presso importanti marchi della moda, esperienze che hanno permesso di focalizzare alcuni punti di attenzione (ad esempio sull’importanza della progettazione e sulla cura del cambiamento organizzativo, non secondari all’aggiornamento dei sistemi) e fornire degli spunti al pubblico a partire da situazioni reali. Numerose esigenze imprenditoriali nascono infatti da esigenze pratiche: controllo dei costi, aumento dei margini, maggiore velocità, maggiore qualità. Per questo sono risultati particolarmente interessanti i racconti delle effettive esperienze progettuali nei successivi due interventi, relativi a importanti realtà che operano in mercati diversi nel mondo della calzatura, tenuti da Sebastiano Di Camillo di Lotto–Stonefly e Tito Simone di Christian Louboutin, i quali hanno delineato gli impatti delle implementazioni tecnologiche nelle loro aziende e le modalità con cui li hanno gestiti. Nell’ultima parte del seminario ci si è invece calati a scandagliare le possibilità di applicazione di un software PLM e i suoi relativi benefici, grazie alla presentazione puntuale di Silvano Joly di Centric della loro soluzione.
Considerate le reazioni del pubblico, si è potuta avere la conferma che si tratta di temi molto sentiti e all’ordine del giorno: il grande vantaggio di eventi come questo è poter raccogliere le esperienze sul campo di aziende che credono nell’innovazione digitale, stanno sviluppando progetti e si trovano così ad affrontare problemi simili a quelli di molte imprese del territorio. I sistemi Digital oggi non sono solo sviluppo prodotto, ma anche vendite, marketing, approvvigionamenti e integrazioni di filiera, analisi dei dati, sistemi di collaborazione e quant’altro. Ma ad ogni modo, anche dai casi studio emersi è stato confermato come i progetti di innovazione siano strategici in questo momento storico, e come non si tratti solo di mere introduzioni di strumenti tecnologici, quanto piuttosto di strategie di profonda trasformazione organizzativa.
E’ da poco terminata la rassegna di incontri DigitalMeet 2018, il più grande festival italiano sull’alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese, che per il sesto anno consecutivo ha proposto centinaia di appuntamenti, conferenze e workshop dedicati alle nuove tecnologie digitali, con la presenza di circa 400 ospiti esperti in materia.
Il dibattito sulle nuove tecnologie applicate al settore Moda ha avuto luogo giovedì 18 ottobre, presso la sede del Politecnico Calzaturiero di Vigonza (Pd), all’incontro intitolato “Tradizione Fashion e innovazione digitale”, con la partecipazione di un pubblico composto da studenti, dipendenti, imprenditori e semplici appassionati, oltre che naturalmente di esperti del settore in veste di relatori. L’incontro è stato preceduto da una visita ai laboratori dell’Istituto: tra nuovissime stampanti-3D all’opera, archivi digitali avanzati e qualche spiegazione teorica, si sono potute cogliere molte delle potenzialità relative a ricerca, progettazione e manifattura del prodotto scarpa.
Moderata da Walter Macorig di MAS management network, la tavola rotonda ha poi affrontato, mediante un approccio aperto al dialogo con tutti i presenti (chiamato BoF – birds of a feather), molte delle tematiche tecnologiche e comunicative che risultano critiche nei processi di innovazione e digitalizzazione aziendale: dall’integrazione di filiera produttiva alla valorizzazione degli archivi di prodotto, passando com’è d’obbligo per una riflessione circa i nuovi canali di vendita aperti dall’e-commerce ed il corrispondente cambiamento nel comportamento e nelle abitudini degli acquirenti.
A far la parte di relatori sono state diverse figure professionali del mondo del Fashion, dei settori industriali legati alla manifattura di alta qualità, della formazione e della consulenza tecnologica alle imprese nonché della comunicazione aziendale e delle risorse umane. Hanno infatti condiviso il loro prezioso punto di vista: Mauro Tescaro, Direttore del Politecnico Calzaturiero, promotore di un sistema integrato per la progettazione svolto in collaborazione con numerosi calzaturifici della Riviera del Brenta; Rosanna Fornasiero, ricercatrice del CNR ed esperta di nuove tecnologie industriali, organizzazione aziendale e digitalizzazione nel settore Moda; Riccardo Capitanio in rappresentanza di Federmoda ed esperto del campo retail; Adalberto Osti (RES recruitment), da anni attivo nella selezione di personale ed in particolare di alti profili di competenza per il Fashion; Daniele Stella, CIO di Rossimoda e Massimo Coppola, Amministratore Delegato della camiceria Belmonte, specialisti dei nuovi canali distributivi e di supply chain; infine Lidia Zocche del Comune di Schio (Vi), responsabile dell’Archivio Lanerossi.
Tra gli aromenti affrontati è interessante segnalare alcuni temi ricorrenti che hanno animato il dibattito (anche grazie all’utilizzo in sala del sistema Sli.do di smart messaging in tempo reale tra relatori ed astanti, imbastito dagli studenti del corso di Marketing Digitale dell’Università IUSVE presenti): in primis naturalmente il gettonatissimo e-commerce, visto in senso allargato come generatore di nuovi canali di vendita ed innovatore dell’esperienza di acquisto (senza dimenticare il nuovo ruolo ricoperto dai punti vendita fisici). Inoltre si è parlato del supporto che la digitalizzazione può fornire all’integrazione della filiera e alla co-progettazione a distanza, dell’approccio della classe imprenditoriale nostrana alle nuove tecnologie ed i conseguenti investimenti in tal senso, e del problema collegato dell’individuazione di quali figure dirigenziali devono ed hanno le competenze per prendere decisioni di questo tipo. Infine, un breve excursus sulla storia dell’archivio Lanerossi e sulle modalità attuate per valorizzarlo non solo dal punto di vista museale, ma anche come supporto all’ideazione di prodotto ed alla produzione.
Convinti di un impegno sempre maggiore a supporto dell’innovazione aziendale e soddisfatti per la riuscita di questa edizione del DigitalMeet, a noi di MAS non rimane che darvi appuntamento al prossimo anno.